Non so come capita di innamorarsi di certi scrittori: verso i 17 anni ero completamente persa per Ken Follett ed oggi che ho ripreso in mano il primo libro di una sua trilogia, mi rendo conto che non mi appassiona come una volta. La Allende è la mia scrittrice del momento, non l’unica, ma sicuramente quella che mi trasmette le emozioni più forti e complete.
Si dice che i libri parlino, per me lei è così.
Le parole che lascia sulla carta si imprimono in me come sensazioni, come punti di vista nuovi, spiragli di mondi inesplorati.
In questo periodo mi interrogo molto sul femminismo e sull’immagine che i romanzi riportano della donna. Avevo questo titolo sul Kobo da tempo immemore, non sapevo nemmeno in cosa mi sarei catapultata perché solitamente non leggo le quarte di copertina né la sinossi, se un libro mi chiama non sono interessata a sapere di cosa parla, per me è peggio che svelarmi il finale. L’ho iniziato pensando a qualcosa di romantico e sdolcinato, qualcosa che facesse correre questo tempo sospeso più velocemente.
Ho trovato un capolavoro della letteratura contemporanea di stampo storico.
Il racconto di Inés
Il romanzo narra le vicende inerenti la formazione dello stato del Cile a metà del 1500 attraverso gli occhi della sconosciuta ma importantissima per gli eventi narrati, prima donna conquistadora cilena, Inés Suarez, protagonista del racconto della quale la Allende, lascia addirittura una bibliografia, per dirci che le vicende che narra, anche se romanzate, sono basate su forti documenti storici.
E allora, che tipo di donna ci racconta la Allende?
Una donna, una figura sicuramente femminista, fortemente innamorata della vita e dell’amore. Innamorata altresì della sua indipendenza, capace di coniugare aspetti che consideriamo tipicamente maschili a quelli, invece, più femminili.
Impara l’arte del ricamo e della cucina povera, entrambi utili all’inizio della nascita dello stato cileno quando lei e tutti i soldati impegnati nella spedizione si troveranno soli nella giungla sudamericana, senza alcun contatto con il mondo civilizzato spagnolo che avevano lasciato in Perù. Da lì infatti si dipana la storia, partita dalla Spagna, che Inés decide di abbandonare per raggiungere il suo primo marito, impegnato nella conquista del territorio sudamericano. Partirà da sola, da sola viaggerà sino in Perù per scoprire che il suo amore è morto e lì riuscirà a ricostruirsi una vita ed un ruolo come donna sola. Si innamorerà di nuovo, questa volta di Pedro de Valdivia, conquistador tra i più famosi nella storia cilena: insieme partiranno alla scoperta di territori inesplorati superando deserti e foreste piene di pericoli, entrambi fidandosi l’uno dell’altro in un rapporto, per l’epoca, estremamente paritario.
Quello che mi ha tenuta incollata è stata la resilienza di Inés, la sua capacità di trovare una via di fuga in tutte le situazioni, la sua abilità nel guardare le cose con accorato distacco per meglio capire la via da seguire. Sarà madre, sterile, di tutti i poveri che incontrerà per la sua strada, e madre adottiva di Isabel, figlia del suo secondo marito, nonché terzo ed ultimo uomo che amerà, alla quale detta, come fosse il diario delle sue memorie, il racconto nitido della sua lunga e avventurosa vita.
Un racconto davvero appassionato, che parla a ciascuna di noi donandoci la chiave di lettura per risollevarsi nelle difficoltà.
Titolo: Inés dell’anima mia
Autore: Isabel Allende
Genere: Romanzo storico
Casa Editrice: Feltrinelli
Prezzo: 8,50 euro
Detto tra noi … leggetelo se siete alla ricerca di un’eroina che vi resti attaccata al cuore, che vi mostri che non si può essere tutto ma si può imparare tutto e scegliere quando e come usare ciò che si è appreso, sempre spinti dall’amore per la verità e dalla forza del cuore.
Ti è piaciuto l’articolo? Leggi anche:
LE SETTE SORELLE – LUCINDA RILEY
IL COLLO MI FA IMPAZZIRE. TORMENTI E BEATITUDINI DELL’ESSERE DONNA – NORA EPHRON
IL PUNTO SULLE DONNE
No Commenti