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Il punto sulle donne

femminista

Voglio essere femminista. 

Voglio scrivere di bellezza, ma che sia coerente con noi donne. 

Voglio raccontarvi le mie scoperte.

Quando ho iniziato a scrivere sul blog di Federica, ho immaginato di confrontarmi con un pubblico poco attento alle parole e più alla cura della persona, pensando che queste due cose dovessero per forza essere separate, appartenenti a due mondi diversi. Poi ho iniziato ad occuparmi di libri e donne, a farmi delle domande. E più scavavo, più cercavo la profondità delle mie domande, più mi accorgevo di quanti buchi neri ci fossero nella mia cultura personale, di quanti non detti e non capiti, di quanti “dato per scontato”.

Voglio essere femminista, perché dietro vi è la richiesta di essere considerati tutti alla pari: un concetto che oggi sembra rivoluzionario ma che rivendichiamo sottovoce, timorose di essere considerate “troppo”. Ma troppo da chi? Perché?

Voglio scrivere di bellezza, perché la vita senza di essa non vale, ha meno opzioni di scelta e, come insegna la psicoterapia, ampliare le opzioni di scelta è indispensabile. Allora femminista e votata all’ampliamento delle possibilità di scelta. Avere la capacità, anche attraverso i libri, le scelte culturali, le opzioni di informazione a cui mi rivolgo, di unire i particolari, di mettere insieme mondi diversi, universi che semplicemente davo per scontato non potessero stare uniti.

Infine, le mie scoperte. Sono partita raccontandovi che volevo esplorare il modo in cui le donne parlano delle donne. I libri che ho letto non mi hanno entusiasmata, correvo subito a cercare un uomo che sapesse descriverci meglio. Poi ho scoperto Morgana, il programma e podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri – lo potete, anzi ve lo consiglio con tutto il cuore, ascoltare gratuitamente su Spotify – che parla di donne come non ne abbiamo mai sentito parlare. Il primo episodio mi ha letteralmente stregata: parlava di Margaret Atwood e della sua naturale prosecutrice letteraria, Naomi Alderman, due donne che hanno deciso di usare il genere distopico per parlarci della situazione femminile nel mondo odierno. Mi si è aperto un mondo: l’intervista ad una editor, poi, mi ha colta di sorpresa ed incuriosita poiché una delle grosse domande che mi facevo trovava finalmente risposta.

Perché proprio oggi? Perché oggi noi donne siamo pronte. Avete capito bene? Siamo pronte finalmente per parlare a noi stesse di ciò che ci deve rappresentare, di ciò che ci può definire. Ecco perché nei vecchi libri ho fatto fatica a trovare le risposte, i tempi non erano maturi.

Da qui e in concomitanza a questa scoperta – che ha continuato ad entusiasmarmi per cui ho proseguito con l’ascolto delle varie puntate, centellinandole perché mi richiedono uno sforzo non indifferente visto che ribaltano il modo che ho sempre avuto di guardare alle donne – ho dovuto scrivere un copione teatrale. Non pensate a chissà che, il teatro era piccolo e di parrocchia, ma lo spettacolo – scritto e preparato in meno di dieci giorni – era incentrato sulla denuncia della violenza sulle donne. Ho scoperto un altro mondo, grazie alle testimonianze che ho trovato in rete, sulle mille sfaccettature della violenza. Raccontata però dal punto di vista della donna. Anche da qui ne sono uscita diversa, più consapevole. Sopratutto più curiosa.

La mia wishlist si è impreziosita di libri sul femminismo, movimento che conosco troppo poco e i miei punti di vista si sono ampliati: ora quando leggo un libro mi chiedo sempre, giuro, come è rappresentata la donna. A volte scopro autori innamorati dell’universo femminile, altri semplicemente al passo con i tempi e con la capacità di descriverla come effettivamente è, altri ancora così immersi nella cultura patriarcale da non accorgersi nemmeno che un’altra narrazione è possibile.

Cosa c’entra tutto questo con la mia presenza su questo blog?

Tutto e niente, continuerò a parlarvi di libri, ma sicuramente lo farò da un punto di vista differente, più impegnato, più schierato, spero anche più consapevole del ruolo che noi donne possiamo giocare in letteratura e nella vita reale.

Detto tra noi … spero di conoscervi meglio, sono incostante nella scrittura, mai nella lettura, lì mi blocco raramente, ma spero di aprire un piccolo dialogo intorno ad un tema che può farci davvero bene usando i libri come espediente.

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